lunedì 3 febbraio 2014

Recensione "Amnesia, a Machine for Pigs" - Molte domande da PORCI....



Chiudete le finestre! Sprangate le porte! Spegnete le luci! Mettete a letto i bambini e levate le dentiere ai nonni! Arriva un'avventura "da paura" e "de paura" che cerca di portare nel mondo videoludico quella che era la casa dell'orrore del luna park, la casa stregata dei vecchi film di fantasmi, e l'armadio della cameretta da cui poteva uscire un mostro a notte fonda: in una parola sola, un arriva un' altra avventura "Amnesia-Style"!



Benvenuto in mia casa....

Per chi non ne sapesse un tubo, il primo Amnesia, Dark Descent, ha creato un genere. Un gioco Amnesia-Style e' un'avventura horror in prima persona dove non si combatte, si puo' solo esplorare l'ambiente (claustrofobico e buio) e interagire con alcuni oggetti tra cui porte, sedie e simili, e risolvere qualche enigma di tanto in tanto.

Nell'opera precedente (Amnesia the Dark Descent), ho vagato come un pirla per un castello in cerca di indizi, da solo, mentre una presenza sfuggente, spaventosa e costante, come il "Male" dell'Armata delle Tenebre, o il "Nulla" della Storia Infinita, mi fiatava di continuo sul collo. La tensione si tagliava col coltello Miracle Blade, ma di mostri nemmeno l'ombra. Anzi, forse solo l'ombra, almeno fino a dove ho giocato io. Perche quel primo Amnesia lo trovai alla lunga un po noioso. Rumori spaventosi intervallati da silenzi infiniti, allucinazioni, porte che sbattono, nascondigli segreti e manoscritti da leggere (in cui la trama veniva svelata pian piano), non mi sono bastati. Ho mollato prima. So che a un certo punto arrivavano i mostri. Così ho letto. Ma io non li ho mai visti...

Teomondo Scrofalo. O è un Carciofani?

Quindi posso dire di non adorare particolarmente il genere "Amnesia". Con questi presupposti non potevo provare Machine for Pigs con il buon umore ed ho iniziato la prima sessione (ovviamente notturna!) di questo seguito spirituale di Dark Descent con molte remore.

La prima cosa che noto è che la storia è totalmente nuova, ma la grafica è rimasta la stessa zoppicante del predecessore: VSync cha fa ridere i polli (ops, i maiali), texture mediocri, effetti luce e particellari fermi a 5 anni fa. Ciononostante mi lascio prendere dall'atmosfera malsana di questa nuova storia: sono solo, in una immensa magione ottocentesca (corre l'anno 1899). C'è stato un black out e i miei figlioletti sono scomparsi!

C'è nessuno in casa?

La storia si sviluppa sempre tramite i soliti pizzini sparsi per le stanze buie, illuminate solo dalla mia fioca lampada ad olio. Mano a mano che proseguo scopro qualcosa su di me, sui miei figli e sulla casa. Mano a mano che avanzo nella loro ricerca, scendo sempre più verso l'inferno, nelle viscere della villa (e non solo), dove un misterioso macchinario, legato alla macellazione dei maiali, nasconde un drammatico segreto.

Bestemmia Time

La fonte degli spaventi è un po' monotona: silenzi infiniti intervallati ad urla micidiali quando meno te lo aspetti, scene da attacco epilettico, ombre che si muovono dietro le tende e uomini-orso-maiali (!) che sbucano dal nulla per gonfiarti di mazzate. Il buio e i passaggi segreti della casa (apparentemente) stregata fanno il resto. Il livello di tensione è alto, ma non ci sono stati molti momenti in cui sono caduto dalla sedia, nonostante il tripudio finale di carne suina. Tutto ciò per quattro ore scarse di gioco e 15 Euro su Steam. Carino, ma nulla di trascendentale, consigliato ai nottambuli e ai macellai amanti della carne di maiale. Per dirne una: Outlast è molto più disturbante.


VOTO FINALE 3/5


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