Un progetto ambizioso, che poi è andato spegnendosi e riaccendendosi più volte nell'arco degli anni. La prima stesura (su un quadernaccio del primo anno di università ormai perduto) è del 1999. Il file del primo capitolo è datato Giugno dello stesso anno. Avevo vent'anni. Preistoria. Anzi Storia. La storia dell'umanità, secondo me.
"QUATTRO MILIARDI E NOVEMILA NOVECENTO OTTANTAQUATTRO MILIONI DI ANNI DA PANICO ovvero
Ho ricominciato solo ora a rileggerlo e, devo dire, somiglia tremendamente al libro di Covatta. L'ultima modifica è del 2006. In ogni caso ho deciso di pubblicare quanto scritto, qui sul blog a puntate. Chissà se qualcuno lo leggerà mai...
Il principio della fine
In
principio era il nulla.
Poi
Dio creò il cielo e la terra. Egli disse:
“Sia
luce!” e la luce fu.
Iddio
chiamò la luce “giorno” e le tenebre “notte”. Così venne la sera e poi la
mattina, e fu un altro giorno.
Il secondo
giorno, Dio divise la terra dal cielo e vide che era cosa buona.
Il
terzo giorno resuscitò.
Il
quarto giorno, Dio popolò il cielo d’uccelli e le acque di pesci e vide che era
cosa buona.
Il
quinto giorno, creò i bastoncini del Capitan Findus, con la loro croccante
panatura, e vide che così erano ancora più buoni, ma scongiurò il Capitano di
non rivelare mai il segreto del suo merluzzo, ed allora il Capitano, per
ripicca, creò la pasta, la famosa Pasta del Capitano.
Il
sesto giorno, Iddio disse:
“Mi
sento un po’ stanchino…” ed il letto fu.
Il
settimo giorno poté dunque dormire, e vide che era cosa buona. Iddio disse:
“Dopo
sei giorni che uno si fa un mazzo tanto, ci si può pure riposare…”, e così fu.
A
questo punto Dio avrebbe potuto fermarsi, ed invece continuò, a giocare fare le
creazioni. E fu così che il Creatore trascorse i successivi mille anni.
Durante
questo lasso di tempo, Iddio aveva creato tutto il creabile, dal dentifricio
per la carie al profilattico ritardante, dal teletrasporto a Beautiful,
passando per il gelato al gusto Puffo, ma era tuttavia insoddisfatto.
Egli
disse:
”Non mi sento del tutto appagato… Nonostante
io abbia creato miliardi di minchiate inutili, sento che qualcosa ancora mi
manca… Ma cosa?”
Dio
iniziò a farsi prendere da enormi paranoie… Iniziò a ricontrollare tutte le sue
creazioni, ma tutto ciò che ottenne fu solo un bell’esaurimento nervoso: alla
fine, in preda ad un raptus, Dio distrusse l’universo e ricominciò da capo.
In sei
giorni creò nuovamente il set base del mondo: il cielo, la terra, il mare, gli
animali, Capitan Findus, il sole e la luna. Il settimo giorno, invece di
riposarsi, creò i dinosauri, e disse: ”Forse avrei fatto meglio a riposarmi un
po’…”, e li annientò per sempre.
Poi
disse:
“Finalmente
ho capito cosa mancava nel mio precedente universo: mancava qualcuno che
potesse usufruire delle mie magnifiche creazioni, qualcuno che mi venerasse
intimorito dalla mia ira, qualcuno che avesse l’intelligenza per poter capire
il mio grande disegno divino!”, e così Dio, fiero di aver trovato una elegante
e sobria soluzione da mettersi in salotto, creò l’uomo e lo chiamò Adamo.
Dio
evidentemente era ancora molto stanco, difatti Adamo non gli riuscì tanto bene.
Per non mortificarlo gli disse di averlo creato a propria immagine e
somiglianza (mentendo spudoratamente) e gli permise di vivere in un luogo
paradisiaco: il Paradiso (più paradisiaco di questo!).
Dio
purtroppo si rese conto che per una creatura del genere il suo disegno divino
sarebbe rimasto ben incomprensibile… Non contento, ci riprovò il giorno
seguente, ma non fece altro che peggiorare le cose. Iddio creò “Immarcioplecco”,
che era perfino peggio di Adamo.
Ed il
Creatore disse:
“E’ di
nuovo il momento del riposino…” e così fu.
Dopo
sette giorni Dio ci provò di nuovo, e questa volta venne fuori qualcosa di
meglio: Eva. Non assomigliava neanche lei a Dio, ma almeno aveva quel qualcosa
in più (o in meno) che la contraddistingueva. Eva era “quasi” perfetta: bionda
chioma fluente, occhi splendenti come smeraldi ed un fisico da fare invidia a
Carmen Electra. Ma fu quel “quasi” a fregarla: appena Eva aprì bocca, Dio si
rese conto di aver combinato un altro disastro e per rifarsi creò le scarpe con
le zeppe.
Da
quel giorno Egli capì che era giunto il momento di smetterla con le creazioni e
iniziò a giocare con il Lego.
Così
Adamo, Eva e Immarcioplecco vissero nel Paradiso Terrestre insieme a Bonolis, Laurenti
e San Pietro fino a che Dio, dopo aver combinato l’ennesimo errore, non creò il
Diavolo. Visto che nell’universo non ci viveva più da solo, poté incolpare gli
esseri umani e li cacciò dal giardino di casa sua, inventandosi la storia della
mela proibita, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale datata 5 Gennaio del 12000 A .c.
E Dio
disse:
“Tu, uomo, dovrai farti un culo tanto per
portarti a casa ottocento euro al mese, lordi, che con le trattenute diventano
tipo 300 euro se ti va bene, e tu, donna, dovrai partorire centinaia di
bambini, naturalmente con l’inseminazione artificiale: Adamo mica è superman!”
e così fu.
Egli
si dimenticò totalmente di Immarcioplecco, tanto da non citarlo nemmeno nella
storia della mela.
Da
quel dì il Signore non volle più parlare con gli esseri umani, frutto della sua
stanchezza, e si limitò di tanto in tanto a rompere l’anima al primo Ebreo che
gli capitava sott’occhio.
Solamente
alcuni millenni dopo, Dio si trovò costretto a scendere sulla terra sotto
mentite spoglie, per sistemare la sua ennesima nefandezza, ma di questo
parleremo più avanti.
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