mercoledì 12 febbraio 2014

Retrobottega: la saga di Monkey Island (Parte 1)

Dopo tanto scrivere su questo blog mi è venuto in mente che era giunto il momento di rendere omaggio al videogioco con la V maiuscola, al caposaldo dei giochi su personal computer (e su Commodore Amiga, nel mio caso...), alla pietra di paragone per l'avventuriero di fine anni 80 / inizio 90. In sintesi, al videogioco numero uno della mia classifica personale: The Secret of Monkey Island.

Ho deciso quindi oggi di iniziare a parlare dell'intera saga di Guybrush Treepwood e di come Tim Schafer, Ron Gilbert, Steve Purcell e George Lucas abbiano cambiato la mia vita videoludica (e quella di molti altri over trentenni di oggi), da videogiocatore "pre-adolescente", a videogiocatore "quasi-adulto", con la buffa storia di un ragazzo che vuole diventare un temibile pirata.

L'inizio di una fantastica avventura
Con l'immagine qui sopra inizia una delle avventura piu' sorprendenti mai giocate in vita mia. Era il 1993. Durante la primavera di quell'anno, quasi alla fine della terza media, era arrivata in casa l'Amiga 600 (uscita proprio l'anno prima) a sostituire il prode Commodore 64 che si apprestava ad andare in pensione dopo una lunga e folgorante carriera. L'Amiga 600 mi avrebbe poi servito fino al 1996 per lasciare il posto al mio primo vero PC (con processore Pentium a 133 Mhz), ma questa e' un altra storia e ne parlerò in un post dedicato alla mia crescita videoludica...

E arriviamo dunque all'inizio dell'estate 1993. Finivano le medie e sarebbe presto iniziato il liceo. Non avevo molti giochi per sfruttare il nuovo arrivato (l'Amiga) e il mio primo TGM (utile per conoscere i nuovi giochi) l'avrei comprato solo a Natale dello stesso anno. Cosa avrei potuto fare? L'intervento divino del classico "mio cuggino" fece il resto: egli si presento' a casa con una scatola da scarpe piena di dischetti. Lui aveva l'Amiga 500 già da qualche anno, e stava mollando quei dischetti Amigosi per passare all'MSDOS. Non ricordo bene che giochi ci fossero dentro quella scatola (mi vengono in mente giusto Lotus Turbo Challenge 2 e Turrican adesso) ma uno mi colpi' particolarmente: The Secret of Monkey Island.

Il mio primo TGM! (n.59, Dicembre 1993)
Avendo io un background da Commodore 64, ed essendo abituato a giochi principalmente arcade (e privi di un qualsiasi metodo di salvataggio) questo gioco su quattro dischi apparve piuttosto 'strano' ai miei occhi di quattordicenne degli anni 90: non si saltava, non si correva e non si sparava. Non c'erano barre di energia, nemici da abbattere, avversari da picchiare o auto da superare. Non assomigliava a nessun gioco che avessi mai provato su console, sul C64 o in sala giochi. Scoprii tempo dopo che si trattava di una cosiddetta "Avventura Grafica" o "Punta e clicca". Dato che il mouse e il concetto di salvataggio erano nuovi per me (lo so sono vecchio...), all'inizio non lo trovai molto giocabile: non capivo bene cosa dovessi fare e ogni volta che spegnevo l'Amiga dovevo ricominciare l'avventura da capo!

I quattro dischetti e il temibile disco antipirateria con le facce dei pirati. Essendo un gioco di pirati io avevo la versione piratata...
Nonostante questi ostacoli fui rapito da quel buffo personaggio, Guybrush Treepwood, che voleva diventare un pirata. Sembrava un cartone animato pixelloso, un fumetto interattivo: Guybrush andava in giro esplorando varie location, parlando con alcuni personaggi demenziali, e raccogliendo oggetti. Alcuni di questi oggetti potevano essere usati per superare degli enigmi piuttosto strambi. Per guadagnare un po di soldi, per esempio, Guybrush doveva proporsi come uomo-proiettile al circo dei fratelli Fettuccini. Ma per farlo aveva bisogno di un elmetto. Come elmetto avrebbe usato un pentolone che andava rubato nella cucina del Bar SCUMM, sorvegliata dal cuoco, e cosi' via...

Iniziano le tre prove!
Come detto, il sistema di controllo era per me nuovo, ma non ostico. Imparai subito: cliccando con il mouse verso un punto dello schermo, Guybrush si muoveva verso quel punto. Se si cliccava su un oggetto 'utilizzabile' si poteva interagire con esso. Le azioni disponibili erano scritte nella parte inferiore dello schermo. Per interagire con gli altri personaggi si poteva scegliere tra una serie di frasi preconfezionate. Anche gli oggetti raccolti venivano riposti nella parte inferiore dello schermo. Questo sistema di gioco, avrei scoperto anni dopo, era chiamato SCUMM, acronimo di "SCript Utilities for Maniac Mansion", tool realizzato appunto per una precedente avventura "Maniac Mansion", e ideato da Ron Gilbert (che e' anche l'ideatore dell'intera saga di Guybrush). 
Poi, imparai anche che si potevano salvare i progressi su un quinto dischetto (la mia Amiga 600 non aveva l'Hard Disk...) e fu cosi che iniziai a trascorrere interi pomeriggi in compagnia dell'aspirante bucaniere che, partendo dall'Isola di Melee, riesce ad arrivare alla famigerata Monkey Island, diventare un temibile pirata e sconfiggere il malvagio LeChuck.


In partenza per Monkey Island!
Questo primo capitolo della serie era uscito nel 1990, ben tre anni prima che "mio cuggino" si presentasse a casa con la scatola scarpe. Fu prodotto dalla LucasFilm Games (poi LucasArts), che allora era una costola dell'azienda di George Lucas, costola che si occupava principalmente di videogiochi. L'idea era di Ron Gilbert, gia creatore di altre grandi avventure grafiche per PC, quali il suddetto Maniac Mansion nell'87 e Zak McKracken nell'88. Ai pennelli fu messo Steve Purcell, fumettista gia' creatore delle strisce di Sam & Max (che a loro volta diventeranno protagonisti di un'avventura grafica nel 93). Steve creò un mondo molto fumettoso, ideale per un'avventura fuori dagli schemi e ricca di humor: nonostante i 256 colori e una risoluzione fissa a  640x480, il gioco aveva uno stile e una cura per i dettagli che sono rimasti ineguagliati per anni.

A scrivere la sceneggiatura e la trama ci piazzarono invece il fantasioso Tim Shafer (che fu poi creatore del meraviglioso Grim Fandango e il mediocre Full Throttle), lo stesso Gilbert e il promettente Dave Grossman (che oggi lavora alla Telltale). I tre crearono una storia divertente, interessante, mai noiosa, piena di dialoghi da scompisciarsi e di enigmi leggendari.


La nave di LeChuck!
Questa fu la prima di una serie di avventure dedicata all'isola delle Scimmie firmate LucasArts. Furono quattro in totale, le prime tre con grafica bidimensionale, la quarta in 3D. La Telltale Games riprese successivamente il brand molti anni dopo con la serie a episodi "Tales of Monkey Island".

Piccola curiosità: Il protagonista fu battezzato Guybrush perchè all'epoca le immagini erano salvate con estensione ".brush". All'inizio il protagonista era semplicemente "guy" (ragazzo in inglese). E così dal file "guy.brush" Ron Gilbert prese il nome del nostro eroe. Il cognome invece fu preso da Galahad Threepwood, un personaggio letterario della cosiddetta "Saga di Blandings". 


Quando arriva Stan?
La storia di Guybrush Treepwood inizia sulla summenzionata isola di Melee, dove il giovinastro biondo approda per diventare un pirata. Per diventare tale egli deve imparare a bere il "grog" e superare tre prove: battere il maestro di Spada (in una gara di insulti!), rubare un idolo dalla casa del Governatore e trovare un tesoro nascosto. Guybrush scopre che il Governatore e' una donna, Elaine Marley e si innamora di lei. Nel frattempo entra in scena il malvagio LeChuck, un pirata non-morto che rapisce Elaine e la porta con se' su Monkey Island. 
Il nostro eroe deve salvare la sua bella e sconfiggere LeChuck, come predetto da Voodoo Lady, l'oracolo dell'Isola. Il biondino mette insieme una ciurma coi fiocchi e compra una barca dal venditore piu' prolisso e abile dell'isola: Stan. Arrivato sull'isola delle Scimmie, Guybrush incontra il vecchio Herman Toothrot e i cannibali che vivono li'. Come predetto da Voodoo Lady, solo una pozione fatta di "Birra di Radice" puo' far fuori LeChuck e i cannibali sanno come crearla, con i giusti ingredienti! 
Creato l'intruglio il nostro eroe scopre che LeChuck e' tornato su Melee e sta per sposare Elaine! Riuscira' il giovane aspirante pirata ad arrivare in tempo e neutralizzare LeChuck? 
Ovviamente il lieto fine lasciava spazio ad un possibile seguito, che puntualmente arrivo' nel 1991 e di cui parleremo la prossima volta. 


Il primo incontro con Voodoo Lady
Ma cosa rende The Secret of Monkey Island un gioco cosi' bello anche a distanza di oltre vent'anni?
 Innanzitutto il tasso di sfida: si tratta di una avventura demenziale, con enigmi bizzarri e sopra le righe, i quali per essere risolti necessitano di una buona dose di pazienza, pensiero laterale e un pizzico di fortuna. "APRIRE IL POLLO DI GOMMA" per trovarci dentro una carrucola non e' una azione che viene in mente spontaneamente. Eppure quella carrucola e' necessaria per agganciarsi ad una corda tesa che porta dall'altro lato di un burrone. Quindi se non ci viene in mente di "APRIRE IL POLLO DI GOMMA" non supereremo mai il burrone. E di enigmi cosi ce ne sono a bizzeffe per tutto il gioco. E questo grado di sfida rende l'avventura intrigante, divertente e soddisfacente. 
Se a questo aggiungiamo una ambientazione azzeccatissima (tra il piratesco, il fantastico e il non-sense), una grafica 2D fumettosa e curata (almeno per l'epoca!), una sceneggiatura brillante e divertente con intuizioni geniali, strambi personaggi caratterizzati alla perfezione e una trama avvincente (nella sua comicita'), si capisce come mai in molti lo definiscano un capolavoro. Personalmente, si tratta del videogioco piu bello che abbia mai giocato (e rigiocato) in vita mia. 
Ha solo un difetto, difetto fisiologico per le avventure grafiche e che ne ha decretato un lento declino negli anni: una volta scoperte le soluzioni, la sfida risulta nulla e quindi non ha molto senso rigiocarlo, se non dopo molti anni. 

Sopra, la Special Edition, sotto l'originale
Nel 2009 e' uscita anche una Special Edition , totalmente modernizzata con grafica HD, sistema di controllo 'moderno', doppiaggio (assente nell'originale) e colonna sonora rimasterizzata. Ma il piacere di giocare all'originale, non ha eguali.

La prossima volta analizzerò il seguito: Monkey Island 2, LeChuck's Revenge.


Continua...

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