giovedì 27 febbraio 2014

Recensione - American Hustle, l'apparenza inganna (e pure la panza)

Sarà che mi aspettavo molto da questo film: le candidature agli Oscar, Christian Bale grasso, Jennifer Lawrence (migliore attrice 2013, anche se per me rimane sempre la ragazzetta di Hunger Games), sarà quel che sarà, ma alla fine sono rimasto un po' deluso.



American Hustle ci racconta una storia (liberamente ispirata ad una storia vera) di fine anni 70, di gente con i capelli cotonati, di baveri alla Jigen e di discoteche alla Tony Manero (con la capezza e il petto villoso). Il protagonista della storia è Irving Rosenfeld (Christian Bale panzone e col riporto) che fa il truffatore. La sua specialita' sono le truffe che noi chiameremmo 'alla nigeriana': Irving promette di sbloccare mucchi di bigliettoni ai boccaloni, ai quali chiede cospicui anticipi come investimento. I bigliettoni, ovviamente, se li intasca il panzone col riporto, e i boccaloni rimangono senza un centesimo. Irving si occupa anche di quadri (rubati o falsi): e' un brav'uomo insomma.

Christian Bale con panza e riporto
Un bel giorno incontra ad una festa la bella e mora Sidney, i due si innamorano e diventano una perfetta coppia di truffatori. Ma essere Christian Bale con 20 chili in piu' comporta un certo dispendio di energie e cosi' i due vengono a loro volta fregati dal prode Richie DeMaso, agente dell'FBI che ha la faccia di Bradley Cooper e i riccioli di Maradona. Ma Richie vuole pesci piu' grossi di loro e convince i due a collaborare con l'effebiai. Da qui in poi Irving e la sua bella iniziano una serie di farse doppiogiochiste con il piedipiatti e ciononostante lo aiutano a mettere in piedi una supertruffa, nome in codice Abscam, che ha come chiave di volta un sedicente sceicco che vuole fare investimenti ad Atlantic City. L'operazione servira' a portare a galla in marcio del congresso, scovando politici corrotti, mafiosi e loro parenti. Peccato solo che Irving inizi a farsela sotto quando i pesci grossi diventano troppo grossi (come il pericoloso padrino Victor Tellegio, interpretato da un decrepito DeNiro). E a complicare le cose ci si mettono la gelosia (la bella Sidney ha un rapporto un po' troppo spinto con il piedipiatti DeMaso..) e la moglie di Irving. Come? La moglie?!?!

Da sinistra: la mora Sidney, il piedipiatti Maradona DeMaso, il sindaco carmine corruttibile ma in fondo buono (come Tigerman), Irving panzò e la moglie rincoglionita Roselyn
Ebbene sì: Irving in realta' e' sposato, ed ha pure un figlio (adottato). Sua moglie, Rosalyn, interpretata da una superba e bionda Jennifer Lawrence, e' una sempliciotta che cerca di ignorare le truffe del marito ed il suo amore per la bella e mora Sydney, vivendo una vita agiata e fancazzista grazie ai ricchi introiti del marito. Saranno l'ingenuità , la schiettezza e la gelosia di Rosalyn a mettere nei guai l'intera operazione. Oltretutto Irving, cercando di far cadere nel trappolone il sindaco Carmine Polito (Jeremy Renner col parrucchino cotonato), finisce per diventare suo amico. E le cose si complicano sempre di piu'. Per non svelare troppo mi fermo qui. Ma non aspettatevi enormi sorprese o immensi twist finali. Tutti gli avvenimenti sono abbastanza telefonati, inclusi un paio di colpi di scena, molto d'effetto, ma comunque non smascellanti. D'altronde e' basato su una storia vera.... O quasi.

Jennifer Lawrence si merita un secondo Oscar, davvero
A tal proposito ho letto qualcosa da wikipedia inglese: l'operazione Abscam (contrazione di Arab Scam o Abdul Scam) fu messa in piedi alla fine degli anni 70 dall'FBI per incastrare alcuni membri del congresso corrotti e collusi con la mafia. All'operazione, partecipo' Melvin Weinberg (un truffatore, su cui si basa la figura di Christian Bale) e la prima vittima fu il sindaco Angelo Enrichetti (su cui si basa il sindaco Carmine del film). L'operazione sfruttava un finto sceicco, proprietario della fittizia Abdul Enterprise, che offriva tangenti in cambio di favori.

Certo che l'FBI se ne inventava di cazzate negli anni '70! Basta vedere Argo, di Ben Affleck (miglior film 2013). A tal proposito una curiosita': all'inizio, il regista di American Hustle doveva essere proprio Ben Affleck. Poi deve essersi stufano dei parrucconi anni '70 e ha declinato l'invito. La regia è passata nelle abili mani di David Russell, regista che ha portato la Lawrence di cui sopra a vincere la statuetta l'anno scorso con "il Lato Positivo".

Bale confrontato col  vero truffatore che ha ispirato il film, Melvin Weinberg
Arriviamo al dunque: si merita tutte le statuette promesse e i premi già vinti (Golden Globes inclusi) o no? Secondo me, a parte la Lawrence che interpreta magistralmente la casalinga terra-terra, viziata e rompipalle, nessun altro si merita alcunche'. Oltretutto, per quanto Christian Bale sia stato abile nell'imbruttimento non mi pare la sua una interpretazione da Oscar, soprattutto se confrontata con l'altro grande candidato: DiCaprio in "The wolf of Wall Street".

Passando al versante regia e sceneggiatura: è un film godibile, ben girato e ben scritto, ma non è certo un capolavoro. Si tratta di un film di truffe: dovrebbe essere ricco di colpi di scena e situazioni incalzanti, invece si affossa sul dramma personale, sfiora il noir e cerca di aggiungere un pizzico di commedia con i guai combinati dalla casalinga disperata e con il siparietto di Richie DeMaso vs il suo superiore. Ma non basta. Non è frizzante e brillante come un Ocean's Qualcosa e non è ricco di plot twist inaspettati come Slevin: non ha la verve e il montaggio movimentato che ci si aspetta da un film ambientato nel mondo delle truffe degli anni '70. E come se non bastasse i momenti di suspance sono rari e non così coinvolgenti. Intendiamoci: si guarda con piacere e ha una trama avvincente, ma alla fine mi sono chiesto "e quindi?".  E quindi, per me, rimane un film simpatico, ma non da Oscar.


VOTO FINALE 3,5/5


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