mercoledì 29 gennaio 2014

Recensione "Remember Me" - Mi ricordo lasagne verdi



Nilin non ricorda piu nulla del suo passato. Nilin vive nel 2084. Nilin vive a Neo-Parigi. 

E' un futuro distopico quello immaginato dai francesi Dontnod, palindroma software house d'oltralpe nata da poco e qui al suo primo lavoro. I ragazzi parigini ci presentano un lavoro ben confezionato, che viaggia sui canoni classici della fantascienza a cavallo tra Dick, Orwell e Huxley, e che cerca di aggiungere un pizzico di novità alla pletora di action-platform della scorsa generazione. 

PS. So di essere arrivato tardi, il gioco e' uscito la scorsa estate, ma sono riuscito a finirlo solo da poco... (versione testata: PC)


Cartolina d'altri tempi (futuri)

In un futuro lontano lontano i ricordi potranno essere registrati, venduti e scambiati direttamente dalle nostre testoline. Vi ricorda nulla? Una grande multinazionale, la Memorize, commercia e possiede le memorie di mezzo mondo, grazie al Sensen (Sensation Engine). Cancellare i brutti ricordi e venderne di belli: questo fa la multinazionale di Neo-Parigi. Ma non tutti sono felici. Chi ha abusato dei ricordi si e' trasformato in un mostro sub-umano, diventando un Leaper, cioè un pericoloso reietto che vive nella monnezza. 

Un gruppo di ribelli (i cosiddetti "Erroristi") combatte dalle fogne di Neo-Parigi contro la grande Azienda del Male, rubando ricordi e sabotando i piani della Memorize. 
Nilin e' una agente errorista, la meglio del meglio. Purtroppo si ritrova imprigionata nella Bastiglia, con la memoria in frantumi. Ma proprio quando sta per finire nel tricarnone dei pezzenti senza ricordi, un tizio, che dice di essere suo fratello, la contatta, la aiuta ad evadere e la indirizza verso la sua più grande missione: distruggere la Memorize una volta per tutte. Da qui la trama si ramifica verso processi da un lato introspettivi (Nilin recupera pian piano i ricordi, scoprendo alcune verità nascoste su di se' e sul mondo) e dall'altro spettacolari (grandi combattimenti degni di un film con Van Damme, ma senza Van Damme). Il tutto infarcito da colpi di scena, compreso quello finale. In realtà la maggior parte dei momenti clou sono piuttosto prevedibili, ma la storia scorre comunque piacevolmente.

Oui, Paris... Pardon, Neo-Paris!

A rendere il tutto meno scontato ci provano l'ambientazione (stupenda) e il gameplay.

Neo Parigi e' una città spettacolare: dagli anfratti bui e puzzolenti dei morti di fame, ai palazzi ultramoderni abitati da ricconi e tirati a lucido da frotte di robot-camerieri. Dalla Torre Eiffel alle piazzette piene di negozi e cartelloni pubblicitari futuristici: e' un piacere scoprire la megalopoli, palmo a palmo, saltando da un palazzo all'altro come scimmiette del circo. Purtroppo il gioco lascia poca libertà di esplorazione (si legga "nulla") limitandosi a fare da impalcatura per le acrobazie di Nilin , in puro stile Prince of Persia. Tali acrobazie sono per di più forzate e chiaramente indicate da frecce che ci dicono dove saltare (non e' un po' esagerato?...). A parte questa pecca, la parte platform del gioco asserve bene al suo compitino, ovvero spezzare il ritmo dei combattimenti e mostrarci le bellezze della città.

Il ricettario delle Combo, altro che MasterChef

Per quanto riguarda invece il versante 'calci e cazzottoni' la nostra eroina e' una fucina di trovate, una piccola macchina da combattimento, che utilizza combo create a tavolino e Sensen per potenziamenti e colpi speciali. Per fare cio' i programmatori si sono si inventati i 'pressen'. Ne esistono di quattro tipi (ricarica, danno, cura e concatenamento), possono essere sbloccati accumulando punti e vengono usati per creare Combo potentissime. Inoltre accumulando energia Sensen, si possono utilizzare fino a 5 colpi speciali ultra gagliardi, semplicemente premendo un tastino. Facile, no? I combattimenti cosi' risultano vari, spettacolari, piacevoli e sfidanti. Peccato solo che i nemici siano più o meno sempre gli stessi, boss a parte, rendendo alla fine il tutto vagamente monotono.

Botte da orbi

Per cancellare noia e tristezza i nostri amici di Dontnod hanno pensato bene di inventarsi i Remix: ogni tanto (purtroppo poche volte durante tutta l'avventura) Nilin entra nella mente del malcapitato di turno per alterare (remixare) un suo ricordo, e modificare cosi' il suo comportamento (come in una sorta di Inception). Questi remix sono dei minigiochi in cui assistiamo a un ricordo come fosse un cortometraggio. Abbiamo la possibilità di mandare avanti e indietro la "regitrazione", fino a trovare oggetti o situazioni modificabili: modificando i giusti parametri nella giusta sequenza il finale del ricordo cambierà, magari facendo credere alla vittima che una persona sia morta (quando invece nella realtà e' viva e vegeta) o che abbia compiuto una azione riprovevole. L'idea e la realizzazione sono stupefacenti (mi ha fatto sentire come Tom Cruise in Minority Report, davanti al gigantesco touch screen) peccato solo che siano eventi rari.

Una diapositiva di un raro remix


Stile e gameplay sono quindi di ottima qualità, la grafica forse un po' meno, buono il doppiaggio in italiano e buona la trama. Tutto ciò proietta i ragazzi di Dontnod verso l'olimpo dei grandi, ma non e' certo questo il loro capolavoro: e' buon lavoro d'esordio, dove tante idee e tanto stile si confondo in mezzo ad una realizzazione non sempre all'altezza. Da giocare sicuramente fino in fondo, con la speranza che il prossimo titolo sia davvero "da ricordare".


VOTO FINALE: 4/5 



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