giovedì 23 gennaio 2014

Ri/Visto da Poco: Indiana Jones e quel Maledetto Rompicoglioni del Tempio!



L'altra sera ho rivisto per seimillesima volta Indiana Jones e il tempio maledetto, secondo film della serie e, forse, anche il mio preferito (probabilmente per motivi anagrafici...). In realtà mi sono sempre chiesto: perchè "Tempio Maledetto"?  Cosa gli avrà fatto mai a Steven Spielberg? In realtà il titolo originale era più azzeccato: "Temple of Doom", il Tempio del Male, che poi sarebbe tutto il palazzo di Penkot, o come cavolo si scrive... Ma d'altronde: chissenefrega? Proviamo quindi a riassumere in poche righe questo mito della mia infanzia, rivisto con gli occhi da tristo adulto qualche sera fa.


Il nostro eroe e' sempre Indy, e il film si apre con la montagna della Paramount che si tramuta in gong, e da il via a un balletto/musical d'avanspettacolo degno dei sabati di Rai Uno. Il balletto/musical si svolge in un luogo spazio-temporale che sembra la stanza dello spirito e del tempo di Dragonball. Non si capisce bene quali leggi fisiche seguano le ballerine, fatto sta che la canzone finisce e scopriamo di essere a Shangai nel 1935, quindi prima che i predatori cercassero l'arca perduta...

"Non mi sento niente bene..."
Indiana, che fa Jones di cognome, sa che riportare Nuraci a un mezzo mafioso indo-coreano di nome Lao Che può tirargli addosso solo merda  (altro che diamanti) e quindi negozia con molta perizia, usando la cantante Willie come merce di scambio, sorseggiando veleno come un pirla e creando una delle introduzioni filmiche più belle dello scorso millennio. Scoppia il putiferio, lui cerca l'antidoto, lei cerca il diamante, lui trova lei, lei trova lui, e loro trovano Data dei Goonies (che qui si chiama Shorty) che li aspettava sotto casa per andare a fare un giretto. Dopo rocamboleschi inseguimenti il trio delle meraviglie arriva a un aereo, dove il nostro fa il gesto dell'ombrello a Lao Che, senza rendersi conto che l'aereo dove si sta infilando e' proprio di Lao Che....

"Tanti saluti, LAO CHE!"
Ma salire sull'aereo del cattivo facendo il gesto dell'ombrello porta altra sfiga, soprattutto se i piloti ti lasciano con le galline e si catapultano nel vuoto gridando Banzai. Ma Indy è troppo il meglio: a che ci serve il paracadute? Io c'ho il gommone! E via verso burroni infiniti e fiumi in piena! I tre dell'Ave Maria arrivano così in un villaggio di disperati che sembra uscito da una puntata di Ken il Guerriero. "Indy, aiutaci! Corri a Penkot che ci sta il Tempio del Male! Ci hanno rubato tutti i marmocchi e pure la magica pietra della pUtenza sessuale! Ce la riporti?" gli chiedono velatamente i poveri villani. Il nostro eroe li manderà a quel paese? Macche': raccoglie cappello e frustino e in groppa al suo elefante di fiducia corre verso il palazzo del Male. Che poi, se si chiama così, ci sarà un motivo?

Arrivati a palazzo, i nostri si gustano un cena sontuosa, altra pietra miliare del cinema: per anni ho pensato che in India si mangiassero davvero bacarozzi, serpenti e cervelli di scimmia. Poi ci sono stato: e' tutto vero.

Un episodio di MasterChef
A questo punto, invece di trombare, Indy e Willie si infilano nelle segrete putribonde. Anzi, sono Shorty e Indy a infilarsi nelle segrete infestate di altri bacarozzi, scena che mi ha sempre fatto rabbrividire... La biondina li segue con raccapriccio. E a forza di bacarozzi arriviamo al vero tempio, dove un povero pirla si fa estirpare il cuore e bruciare vivo nella lava.


"Di chi è questo?"
Qui, dopo una serie di sfighe allucinanti, vengono tutti rapiti: lui drogato con Brunello scaduto, lei quasi sacrificata alla dea Kali, e il piccoletto messo a spaccare pietre nelle miniere di Moria. Ma Indy è sempre il più forte e, scoperto che per svegliarsi dal sonno della dea Kali bastava un'ustione di decimo grado e salvata Willie dalla combustione (che contro ogni legge della fluidodinamica non raggiunge lo stato liquido stando a tre centimetri dalla lava per dieci minuti), si tuffa nelle miniere e salva tutti i bimbi segregati dai cattivi.

"Capo-varo, posso andare?"

Ennesima scena epicissima della storia del cinema umano: la corsa sui vagoni nella miniera! Fantastica per un bambino di 6 anni e fantastica pure l'altro ieri... Poi, sempre in barba a varie leggi fisiche, tra cui il Teorema di Clausius, il dottor Jones ferma il carretto che andava a cento all'ora con la suola di una ciabatta e infine cerca di suicidarsi con tutti i filistei tagliando con la spada un ponte sospeso nel nulla. Recitando "Ton shiba ke, Isakkataio!" come un kamikaze giapponese o lo shogun Mitzo Kuni Mito, uccide il cattivone e torna al villaggio con la pietra del mago Othelma e i bambini liberati.
E così il villaggio acclama i nostri eroi: grande festa! Baci, abbracci e via verso nuove avventure!


PS: Ma io mi sono sempre chiesto... E Lao Che? Che fine avra' fatto Lao Che????


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