Dopo tanto scrivere su questo blog mi è venuto in mente che era giunto il momento di rendere omaggio al videogioco con la V maiuscola, al caposaldo dei giochi su personal computer (e su Commodore Amiga, nel mio caso...), alla pietra di paragone per l'avventuriero di fine anni 80 / inizio 90. In sintesi, al videogioco numero uno della mia classifica personale: The Secret of Monkey Island.Ho deciso quindi oggi di iniziare a parlare dell'intera saga di Guybrush Treepwood e di come Tim Schafer, Ron Gilbert, Steve Purcell e George Lucas abbiano cambiato la mia vita videoludica (e quella di molti altri over trentenni di oggi), da videogiocatore "pre-adolescente", a videogiocatore "quasi-adulto", con la buffa storia di un ragazzo che vuole diventare un temibile pirata.
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| L'inizio di una fantastica avventura |
E arriviamo dunque all'inizio dell'estate 1993. Finivano le medie e sarebbe presto iniziato il liceo. Non avevo molti giochi per sfruttare il nuovo arrivato (l'Amiga) e il mio primo TGM (utile per conoscere i nuovi giochi) l'avrei comprato solo a Natale dello stesso anno. Cosa avrei potuto fare? L'intervento divino del classico "mio cuggino" fece il resto: egli si presento' a casa con una scatola da scarpe piena di dischetti. Lui aveva l'Amiga 500 già da qualche anno, e stava mollando quei dischetti Amigosi per passare all'MSDOS. Non ricordo bene che giochi ci fossero dentro quella scatola (mi vengono in mente giusto Lotus Turbo Challenge 2 e Turrican adesso) ma uno mi colpi' particolarmente: The Secret of Monkey Island.
| Il mio primo TGM! (n.59, Dicembre 1993) |
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| I quattro dischetti e il temibile disco antipirateria con le facce dei pirati. Essendo un gioco di pirati io avevo la versione piratata... |
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| Iniziano le tre prove! |
Poi, imparai anche che si potevano salvare i progressi su un quinto dischetto (la mia Amiga 600 non aveva l'Hard Disk...) e fu cosi che iniziai a trascorrere interi pomeriggi in compagnia dell'aspirante bucaniere che, partendo dall'Isola di Melee, riesce ad arrivare alla famigerata Monkey Island, diventare un temibile pirata e sconfiggere il malvagio LeChuck.
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| In partenza per Monkey Island! |
A scrivere la sceneggiatura e la trama ci piazzarono invece il fantasioso Tim Shafer (che fu poi creatore del meraviglioso Grim Fandango e il mediocre Full Throttle), lo stesso Gilbert e il promettente Dave Grossman (che oggi lavora alla Telltale). I tre crearono una storia divertente, interessante, mai noiosa, piena di dialoghi da scompisciarsi e di enigmi leggendari.
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| La nave di LeChuck! |
Piccola curiosità: Il protagonista fu battezzato Guybrush perchè all'epoca le immagini erano salvate con estensione ".brush". All'inizio il protagonista era semplicemente "guy" (ragazzo in inglese). E così dal file "guy.brush" Ron Gilbert prese il nome del nostro eroe. Il cognome invece fu preso da Galahad Threepwood, un personaggio letterario della cosiddetta "Saga di Blandings".
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| Quando arriva Stan? |
Il nostro eroe deve salvare la sua bella e sconfiggere LeChuck, come predetto da Voodoo Lady, l'oracolo dell'Isola. Il biondino mette insieme una ciurma coi fiocchi e compra una barca dal venditore piu' prolisso e abile dell'isola: Stan. Arrivato sull'isola delle Scimmie, Guybrush incontra il vecchio Herman Toothrot e i cannibali che vivono li'. Come predetto da Voodoo Lady, solo una pozione fatta di "Birra di Radice" puo' far fuori LeChuck e i cannibali sanno come crearla, con i giusti ingredienti!
Creato l'intruglio il nostro eroe scopre che LeChuck e' tornato su Melee e sta per sposare Elaine! Riuscira' il giovane aspirante pirata ad arrivare in tempo e neutralizzare LeChuck?
Ovviamente il lieto fine lasciava spazio ad un possibile seguito, che puntualmente arrivo' nel 1991 e di cui parleremo la prossima volta.
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| Il primo incontro con Voodoo Lady |
Innanzitutto il tasso di sfida: si tratta di una avventura demenziale, con enigmi bizzarri e sopra le righe, i quali per essere risolti necessitano di una buona dose di pazienza, pensiero laterale e un pizzico di fortuna. "APRIRE IL POLLO DI GOMMA" per trovarci dentro una carrucola non e' una azione che viene in mente spontaneamente. Eppure quella carrucola e' necessaria per agganciarsi ad una corda tesa che porta dall'altro lato di un burrone. Quindi se non ci viene in mente di "APRIRE IL POLLO DI GOMMA" non supereremo mai il burrone. E di enigmi cosi ce ne sono a bizzeffe per tutto il gioco. E questo grado di sfida rende l'avventura intrigante, divertente e soddisfacente.
Se a questo aggiungiamo una ambientazione azzeccatissima (tra il piratesco, il fantastico e il non-sense), una grafica 2D fumettosa e curata (almeno per l'epoca!), una sceneggiatura brillante e divertente con intuizioni geniali, strambi personaggi caratterizzati alla perfezione e una trama avvincente (nella sua comicita'), si capisce come mai in molti lo definiscano un capolavoro. Personalmente, si tratta del videogioco piu bello che abbia mai giocato (e rigiocato) in vita mia.
Ha solo un difetto, difetto fisiologico per le avventure grafiche e che ne ha decretato un lento declino negli anni: una volta scoperte le soluzioni, la sfida risulta nulla e quindi non ha molto senso rigiocarlo, se non dopo molti anni.
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| Sopra, la Special Edition, sotto l'originale |
La prossima volta analizzerò il seguito: Monkey Island 2, LeChuck's Revenge.
Continua...








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